Una domenica mattina

Una domenica mattina
Finalmente domenica...le 08.30 di domenica. Iniziano ad arrivare i “coridori”, i soliti noti dello zoccolo duro ma anche un po di facce nuove, siamo un gruppo “open” e regolarmente si aggregano sempre nuovi amici. Ai buongiorno sono abbinate le sbirciatine ai mezzi altrui alla ricerca di eventuali “novità” meccaniche o estetiche, che non mancano mai. Stamani è una bellissima giornata di primavera e in programma c’è la scalata a Prunetta, spartiacque pistoiese tra Toscana e Emilia, una salita lunga mai difficile...ma lunga, e ritorno dalla Val di Lima, praticamente tre strade.

Partenza degna come sempre di una gita scolastica.

Funziona così, io parto avanti e apparecchio per il gruppo che piano piano, senza fretta, mi raggiunge, poi discretamente si fanno avanti i passistoni che cominciano a mulinare i gamboni e fanno alzare i battiti e fanno scendere le prime gocce di sudore.

Fino a che non cominciano le prime rampe, dopo di che il gruppo si “sbrindella” e ognuno va su come gambe cuore e testa gli consentono.

Come dicevo ascesa abbastanza lunga, divisa in due parti ben diverse tra loro.

Da Pietrabona a Macchino salita impegnativa ma fortunatamente regolare che ha tratti un po piu tosti dopo il paese di Vellano con pendenze intorno a 7/8%.

Poi dopo il bivio per la Valdinievole a Goraiolo la salita diventa un lunghissimo falsopiano noioso ma allo stesso tempo subdolo e ingannevole che ti fa spingere rapportoni che hanno il risultato si

di farti macinare km ma anche quello di riempirti di acido lattico le gambe.

In cima alla salita uno dei momenti piu belli dell’uscita……lo spuntino, che non è solo spuntino ma è il ritrovarsi e raccontarsi, come pescatori e cacciatori, il risultato della propria prestazione.

Per la cronaca il barettino in cima a Prunetta è fornitissimo di crostate di ogni genere.

Rimpinguati delle calorie perse si riparte e, forature a parte, è una lunga cavalcata attraverso la splendida Val di Lima fino al posto prestabilito per la foto di rito, oggi davanti allo splendido Ponte della Maddalena, conosciuto meglio come Ponte del Diavolo.

Gli ultimi km sono un susseguirsi di “ciao ciao”.

Piano piano in vista delle proprie case gli amici ci lasciano e il gruppo si riduce sempre piu e quelli che rimangono non rinunciano al tradizionale terzo tempo: da buoni boriosi vanitosi e esibizionisti facciamo bella mostra di noi nel classico giro di mura sullo splendido anello che circonda “Lucca drento”.

Anche questa volta, dopo 115 km e un migliaio di dislivello, la pedalata ha fine e ci concediamo alle libagioni domenicali.

Sperando di non essere maltrattati troppo da mogli e parenti vari.

Alla prossima.

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